Il rumore dei pensieri
mi spaventa, sai, lo ammetto,
a scaldarmi come ieri,
solo un battito nel petto.
Voci spente nella notte
mi ricordano le botte,
delle occhiaie senza viso
ed un fragile sorriso.
Quanti sposi non richiesti
con lo sguardo affamato
mi raccolgono nei resti
di un amore in comodato
ed io sconto la mia pena
quando chiudi la portiera
perché come una falena
vivo e muoio ogni sera.
E siamo figlie e siamo madri
ma non possiamo più amare,
se Dio non perdona neanche i ladri,
una puttana chi può pregare?
Freddo, fari, marciapiede,
nel lampione si intravede
la mia anima bucata
sulla strada consumata,
sulla fronte solo il vento
dolcemente mi rincuora
prima di sparire ancora
nell’abbraccio di un momento.
E siamo figlie e siamo madri
ma non possiamo più amare,
se Dio non perdona neanche i ladri,
una puttana chi può pregare?
E se non fosse già finita?
Se ci fosse un’altra vita?
Tu ora stringi le mie mani
e non saremo più lontani.
Voglio ridere e sognare
il biancospino sull’altare,
una scelta che è solo mia:
chiudo gli occhi, ora volo via.
E siamo figlie e siamo madri
ma non possiamo più amare,
se Dio non perdona neanche i ladri,
una puttana chi può pregare?
– GIANCARMINE FIUME